sabato 2 aprile 2016

A come amore G come gratitudine




Poco tempo fa ho letto un libro che mi era stato consigliato: “E venne chiamata due cuori”, un libro bellissimo che a mia volta vi consiglio.  È stato rivelatore e mi ha ulteriormente aperto gli occhi anzi… l’anima.  Potrei definirlo come uno di quei racconti che smuovono qualcosa dentro, che ti risuonano forte e chiaro e sono come un prezioso nutrimento. Come vi ho già detto nel primo post io sono “una giovane anima di questo mondo” e non sempre quello che sento dentro è facilmente reperibile anche al di fuori. Ovviamente so che la tua realtà è quella che crei, ma a livello di frequenze molto spesso, in particolare quando si vive in contesti ancora non propriamente adatti, ci si può trovare dinnanzi a qualcosa di diverso o contrastante. Sono giovane e faccio anagraficamente parte di quella generazione che ha totalmente dimenticato la propria origine.  Con la tecnologia, il continuo progresso, l’indottrinamento esterno, gli stereotipi sociali e tanto altro siamo nati quasi “orfani” della terra poiché non riconosciamo più la nostra vera casa, natura ed importanza vitale. Certo… Ultimamente, come in ogni processo di selezione naturale darwiniano in questo caso dovuto alla purificazione, la popolazione mondiale si sta pian piano frequenzialme dividendo in risvegliati (coloro che sentono il cambiamento e che hanno inconsapevolmente deciso di farne parte) e dormienti.  Tanto è vero che sempre più persone abbandonano la routine della loro frenetica vita colma di sovrastrutture per dedicarsi alla terra, alla coltivazione naturale, salvaguardare l’ambiente ed aiutare questo mondo che ha bisogno come un parente infortunato delle nostre cure e attenzioni.
Senza pormi come un limite alle infinite possibilità d’espressione sarò sincera e senza maschere.
 Ho adottato uno stile di vita vegetariano e più possibilmente naturale e curtely-free da più di 4 anni ormai. Prima di questa scelta, poco mi interessava se il prato sul quale camminano era sintentico o naturale oppure se un insetto era indispensabile per l’ecosistema più di me. Non immaginavo quanto potesse aver sofferto ciò che mangiavo poiché il sapore era buono. Neanche mi importava di quanto inquinamento si producesse per quello che io trovavo al supermercato già confezionato e pronto all’uso. Semplicemente non mi interessava di nient’altro apparte la mia vita, la mia “salute” (che tutto era tranne che salute) e interessi superflui ed egoisti.
Poi molto lentamente e gradualmente qualcosa dentro di me è nato, un senso di empatia grazie al quale ho riconosciuto l’importanza degli altri esseri viventi come soggetti e non più come oggetti. Pian piano la scintilla che si era accesa dentro di me è cresciuta fino ad essere un ardente fuoco rivelatore. Da quel momento ho sentito dentro di me che …Siamo tutti uguali, siamo tutti legati e siamo tutti indispensabili. All’ inizio la mia era una lotta per cambiare chi mi contornava, ma in realtà lottavo più per essere accettata dagli altri, che per farli cambiare. Poi mi sono resa conto che non importava cosa pensassero gli altri delle mie scelte, poco mi interessava se la gente continuava a dirmi che mangiare determinate cose era fondamentale per la mia salute e tante altre storie che ormai mi fanno sorridere più che innervosire.
 Poi ho capito che giudicare chi è diverso da me, chi mi critica per le mie scelte di vita e fieramente con tanta arroganza idolatra le sue, non è il mio nemico e va amato ed accettato per quello che è. L’importante è stare bene con se stessi senza curarsi troppo di ciò che dicono gli altri. Le persone che criticano a spada tratta sono solitamente quelle che maggiormente ignorano la visione del tutto e non puoi prendertela con qualcuno perché vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto diversamente da te (almeno così dovrebbe essere)
 Al momento attuale, credo che non sia importante tanto la tua scelta alimentare ma il modo in cui la si fa. È la gratitudine la cosa più importante ed il rispetto per ciò che mangi, essere senziente o meno di cui ti nutri. L’essere umano sociale è per natura egoista e poco attento al quadro generale, ma se siamo tutti uguali ed Uno, dovrebbe essere naturale ringraziare per quello che si ha e di cui ci si nutre. Nel libro che vi ho consigliato all’inizio si dice che gli aborigeni australiani, chiamati “la vera gente”, ringraziano l’universo e gli animali di cui si nutrono perché hanno deciso di sacrificarsi per loro. Ed è così che si dovrebbe fare. Anzi è un atto così naturale! Rispettare la vita altrui e per lo meno ringraziare per il sacrificio di questa. Dovremmo essere tutti più grati alla terra per quello che, seppur zoppicante, continua ad offrici. È molto più gratificante essere grati del tutto che non esserlo.  Per quanto razionalmente sia molto più logico non sentirsi legati a nulla, ci si sente vuoti. Ed i sentimenti di empatia ed appartenenza di certo sono difficilmente spiegabili tramite razionalità. Noi siamo tutto e allo stesso tempo facciamo parte del tutto.  E  ed è la cosa che dovremmo ricordare sempre, sia in momenti di sconforto che di felicità ed essere grati per le infinite possibilità che abbiamo, per il cibo che abbiamo e per ciò che ci contorna.

Impariamo ad essere Grati, ad Amare ed ad Rispettare tutto ciò che ci circonda...